Le cavallette alpine e la loro complessa evoluzione sono l’oggetto di un progetto di ricerca del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, che sarà presentato il 10 novembre in un colloquio organizzato dalla Piattaforma Biodiversità dell’Alto Adige. In lingua tedesca. Visibile anche online.
Per una cavalletta sono abbastanza grandi, non volano e si trovano quasi esclusivamente sopra il limite del bosco. Stiamo parlando di una cavalletta con le antenne lunghe (=sottordine Ensifera) del genere Anonconotus, attualmente sotto esame in un progetto di ricerca del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige.
Nelle Alpi vivono sette specie endemiche di questo genere, vale a dire che sono presenti solo nelle Alpi e sono quindi di particolare interesse per la conservazione della natura. Nell’arco alpino inoltre l’area di distribuzione di alcune specie è molto piccola, spesso copre solo alcune montagne; quindi, c’è spesso poco o nessuno scambio genetico con i vicini della stessa specie. L’isolamento ripetuto delle popolazioni durante le ere glaciali ha in passato favorito la formazione delle specie, ma può anche portare all’incesto e all’estinzione delle popolazioni.
Il progetto di ricerca sarà presentato mercoledì, 10 novembre alle ore 18 al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige nel colloquio in lingua tedesca “Die Gattung der Alpenschrecken – eine Geschichte von Endemismus, Isolation, Eiszeiten und Naturschutzrelevanz”.
Il relatore sarà lo scienziato dell’Università di Innsbruck e del Museo di Scienze Naturali, Philipp Kirschner, che si occupa di biogeografia delle montagne europee.
Il Colloquio si svolge presso il Museo Scienze Naturali (via Bottai 1, Bolzano). A causa delle misure Covid in vigore, solo 34 persone possono partecipare sul posto. Chiediamo quindi la registrazione. L’ingresso è gratuito.